I creativi 2019

Una selezione di 12 giovani creativi che hanno raggiunto importanti risultati e ispirato i coetanei della loro generazione.

Figure su cui puntare come rappresentanti di una generazione e del suo futuro.

La selezione dei Creativi viene effettuata dal team organizzatore, TWM Factory, insieme a realtà istituzionali o imprenditoriali, contemporanee e consolidate sul territorio, che rappresentano a loro volta delle eccellenze nel panorama dell’industria creativa e
culturale italiana.

Architettura

Arte

Cinema

Comunicazione visiva

Cucina

Danza

Design

Fotografia

Imprenditoria

Letteratura

Moda

Musica

Giovanni Vetere

/arte

Partendo dalla fotografia e dalla scultura, oggi la sua espressione preferita è la live performance. La sua visione artistica si basa sul cercare di comprendere la relazione tra i tre elementi che costituiscono la performance art: spazio, pubblico e performer.

Federica Sofia Zambeletti

/architettura 

Si impegna in una continua ricerca del linguaggio visivo dell’ambiente costruito prediligendo l’audacia e l’assurdo, l’alternativa alla normalità, le idee che spingono via pre-concezioni e confini contemporanei.

Alain Parroni

/cinema

Tenta di rifondare i valori cinematografici unendo tecniche tradizionali e nuove tecnologie. Giovane ma con radici ben piantate nella storia del Cinema italiano, la periferia e un linguaggio realista sono i suoi tratti distintivi.

Burro studio

/comunicazione visiva 

Racconta storie tramite il digitale, i meme e la web art che vengono plasmati per dar vita ad un immaginario inedito, memorabile e assolutamente unico nel suo genere.

Michele Lazzarini

/cucina

La sua idea di cucina si basa sulla condivisione, sull’esperienza e sulla tradizione, perché secondo la sua visione creativa solo le idee di tutti messe insieme portano ad un grande piatto.

Susanna Salvi

/danza

Giovane ballerina, leggera nei movimenti e decisa nell’affrontare sacrifici e rinunce, diventando prima ballerina del Teatro dell’Opera di Roma.

Antonio Facco

/design

Per Antonio “tutto è design”. Rivolge lo sguardo ai comportamenti e alle abitudini delle nuove generazioni, dove trova l’ispirazione per sviluppare un’estetica nuova, rinnovando le tradizioni in ambito di ’allestimento e ’illuminotecnica.

Sofia Podestà

/fotografia

Il viaggio la porta a scoprire spazi unici. Ciò che la spinge a prendere la macchinetta fotografica è la nascita improvvisa di empatia con un luogo, cercando di restituirne la sua natura intrinseca.

Davide Dattoli

/imprenditoria

Fondatore della più importante rete europea di spazi di coworking, Talent Garden. Secondo Davide il modo migliore per predire il futuro è inventarlo.

Marzia Sicignano

/letteratura 

Può l’arte prendere vita dal caos digitale? Marzia dice di sì. Ha iniziato a scrivere le sue poesie sulla sua pagina Instagram @ioteeilmare arrivando poco dopo a pubblicare il libro, per Mondadori, che è già diventato un best seller.

Davide Gallo

/moda

La sua visione è come un prisma, in cui convergono un’estetica essenziale, tagli morbidi, classicismo e futuro. Uno stile workwear del brand PROGRAMMA, con un approccio etico e sostenibile in tutte le fasi di lavorazione.

Yakamoto Kotzuga

/musica

Giacomo Mazzucato è un musicista, sound designer e produttore musicale. Lavora la musica in tutte le sue forme, spaziando dalla performance artistica, al cinema fino al lavorare per grandi brand.

Stefano Belingardi Clusoni

Stefano si diploma all’Accademia di Architettura di Mario Botta ottenendo il premio SIA come miglior progetto. Durante gli studi lavora a Barcellona da EMBT e a Milano da CZA. Nel 2010 lavora nello studio di Daniel Libeskind e nel 2011 ancora con EMBT in Cina. A soli 26 anni Stefano fonda lo studio BE.ST, oggi riferimento di progetti internazionali. Stefano, ancora all’università, vince il concorso indetto da Casabella Giovani architetti che grattano il cielo, progettando un grattacielo. Il primo progetto è una sfida delicata: l’ampliamento di una penthouse in un edificio storico di Berlino.

Stefano si diploma all’Accademia di Architettura di Mario Botta ottenendo il premio SIA come miglior progetto. Durante gli studi lavora a Barcellona da EMBT e a Milano da CZA. Nel 2010 lavora nello studio di Daniel Libeskind e nel 2011 ancora con EMBT in Cina. A soli 26 anni Stefano fonda lo studio BE.ST, oggi riferimento di progetti internazionali. Stefano, ancora all’università, vince il concorso indetto da Casabella Giovani architetti che grattano il cielo, progettando un grattacielo. Il primo progetto è una sfida delicata: l’ampliamento di una penthouse in un edificio storico di Berlino. Da questo momento il pubblico di BE.ST si fa internazionale. Londra, Shanghai, Berlino, Lisbona, Panama. A trent’anni Stefano gestisce e coordina un giovanissimo team in giro per il mondo.

Emiliano Melchiorre

Dopo il diploma artistico e un erasmus in Germania, Emiliano si laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti. Segue la sua passione fino al MOMA, partecipando nel 2016 al corso “Art & Activity: Interactive Strategies for Engaging with Art” e nello stesso anno diviene membro dell’International Association for Philosophers (ISFP). L’attività artistica di Melchiorre è fitta ed eterogenea, un percorso sperimentale e sensoriale inarrestabile, che riflette tematiche sensibili. Partecipa a diverse mostre fino ad essere selezionato come giovane eccellenza nell’arte contemporanea per 16/13 al Macro, vincendo il Talent Award.

Una produzione artistica che spazia liberamente: lavori di grafica, intrecci e produzioni video. Nelle opere di Emiliano ricorre una continua ricerca dell’identità e della metodologia più adatta alla comunicazione, in un’incessante sperimentazione. La presenza di Emiliano Melchiorre nella Galleria Corsini è sorprendente, un ragazzo minuto, timido, al cospetto di ritratti e capolavori. Entra in punta di piedi e si relaziona con una cornice ai quadri presenti. Un’arte nuova, giovane, tecnologica e senza regole si pone in continuità con la pittura storica e con la realtà museale. Con Emiliano i Millennials sono ufficialmente all’interno dei musei.

Angela Curri / Giuseppe Spata

Angela scopre la sua vocazione per la recitazione da bambina. Dopo aver partecipato a  Lo Zecchino d’Oro, si presenta ai primi casting per provini cinematografici. Nel 2003 il suo primo ruolo per il film Nel mio amore, poi la prima fiction, Edda, nel 2005 fino ad arrivare al successo con l’interpretazione di Bea in Braccialetti Rossi e la collaborazione con Pif nella serie La mafia uccide solo d’estate. Giuseppe nel 2012 comprende la sua vocazione e decide di studiare recitazione e completa il suo intenso percorso alla Open session presso la “Guildhall school of music and drama” di Londra. Muove i primi passi nel teatro e con uno spot televisivo per la Rai.

Segue la prima esperienza al cinema in Soldato semplice per poi approdare in televisione con Come fai sbagli e La mafia uccide solo d’estate. I due giovani attori hanno dedicato la loro vita a un unico credo: la recitazione. Una dimensione complessa e sfaccettata che non può prescindere da ogni forma di arte e conoscenza, eclettismo e cultura allo stato puro. Angela e Giuseppe sono ritratti sulla terrazza di Castel Sant’Angelo: sullo sfondo la luce dorata di Roma. Città di storia e cultura, icona cinematografica che ha attraversato il tempo, interprete di bellezza e decadenza. I due attori interpretano sé stessi e la loro arte, che celebrano danzando. Un rimando cinematografico, rivolgendo infine lo sguardo al recente premio Oscar La La Land. Un movimento, come un invito a proseguire la storia cinematografica e la storia della cultura in un movimento continuo.

Tiziano Palucci / Mirko Palucci

Tiziano e Mirko sono due fratelli che affrontano percorsi differenti: la cucina l’uno, la sala l’altro. Dopo una solida formazione, un punto di incontro: l’idea di Barred, il loro progetto culinario. Un locale di qualità, con un’offerta singolare, forte di scelte che non ammettono compromessi. Una scommessa su sé stessi che porta i due fratelli al successo.

Una cucina e un’offerta culinaria minimale, intesa come essenziale e pura. Forte della tradizione e visionaria attraverso tecniche innovative, composizioni ed abbinamenti come vere opere d’arte. La filosofia dei fratelli Palucci è ben chiara, la loro tecnica e il loro estro nei rispettivi ambiti, indiscusso. Si crea così una cucina totale, fatta di equilibri, abbinamenti e cura per ogni dettaglio. Una cura a regola d’arte, espressa nello scatto che raffigura Tiziano e Mirko all’interno della Sala Verde della Galleria Corsini. Lo spazio è dedicato alle nature morte, sullo sfondo i prodotti della terra, gli oli, i vini, le carni. L’amore per il cibo e per l’autenticità del momento conviviale celebrano Chef e Mixologist, depositari di un’arte senza tempo e per tutti: la cucina.

 

Simone Nolasco / Virginia Tomarchio

Simone già a nove anni frequenta la scuola di danza, la prima di una lunga serie: dalla Royal Accademy School of London al New York City Ballet, oltre alle numerose Masterclass. Esibizioni di spessore lo hanno portato ad esprimersi al Forest National di Bruxelles e lo Ziggodome di Amsterdam, agli MTV EMA, fino ad arrivare ai programmi televisivi. Amici, su tutti.

Virginia danza fin dall’età di dieci anni per poi proseguire il suo percorso in direzione di questa passione. La sua carriera prende letteralmente il volo con la vittoria di Amici 2015. In seguito esordisce al Teatro dell’Opera di Roma e diviene con successo la protagonista femminile del Red Bull Flying Bach, inaugurando una nuova fase artistica.

Simone e Virginia hanno un amore profondo per la danza, elemento e veicolo emotivo ed espressivo, l’essenza che trasforma il loro modo di comunicare. Una visione autentica, nella ferma convinzione che danzare non sia finzione ma atto creativo sincero.

È in quest’ottica che La Galleria Nazionale ha accolto i due ballerini, lasciandoli esprimere nelle sue stanze. Simone e Virginia hanno interpretato così lo spazio e l’arte, si sono tolti le scarpe e hanno iniziato a danzare, creando una sequenza continua di Bellezza nella Bellezza. Ritratto finale di questa danza, è l’azione connessa a Ercole e Lica del Canova: un atto vigoroso che esprime energia, attraverso un’arte che contempla l’uso totale del corpo e della mente. Un’azione delicata, in contrasto con la narrazione di forza e follia del gruppo scultoreo.

 

Sara Ricciardi

Agli studi classici di Sara sarebbero dovuti seguire quelli di Economia a Roma, invece la curiosità ha dettato il suo percorso. La scoperta della NABA è stata la scoperta dell’amore viscerale per il Design, una passione che va oltre la tecnica e la forma e sconfina nel flusso di coscienza. Flusso che ha condotto la Ricciardi a produrre non semplici collezioni di design ma vere e proprie riflessioni, ricerche semantiche. Risultato di questo lavori sono stati progetti come Peso Specifico, Quid, Natura Morta e la co-creazione de LA LATTONERIA. Esperimenti trasversali estremamente differenti, indagatori, spiazzanti nella loro semplicità autentica.

Questo il filo conduttore di un lavoro prima mentale, sensoriale, emozionale, poi tecnico. I progetti di Sara Ricciardi intercettano genialità nella loro semplicità, traggono la loro essenza dalla storia di vita della loro ideatrice, dalle contaminazioni, dai flussi continui o lampanti di idee, intrecci, interessi. Tutti accomunati dal profondo rispetto della materia e della storia di ogni scelta progettuale. È nelle stanze private di Palazzo Barberini che gli oggetti di Sara prendono posto, animando spazi antichi con delicatezza e contemporaneità, dialogando con il passato attraverso linee odierne. In queste camere, espressione di intimità e personalità, si posiziona la designer, assumendo l’incarico contemporaneo di produrre oggetti che animano la nostra intimità, le nostre case e la nostra interiorità.

Sara Lorusso

Durante gli anni del liceo scientifico riceve in regalo la prima macchina fotografica, di cui fa inizialmente un uso semplice. In seguito capirà la sua vocazione e si iscriverà alla scuola di fotografia Spazio Labò di Bologna, proseguendo poi gli studi all’Accademia di Belle Arti. Sara ama il suo corpo e quello degli altri, ne indaga le forme e le sensazioni: ognuno differente, con la sua storia da raccontare. Da qui l’importanza sensoriale nella ricerca fotografica di questa giovane artista, producendo progetti che hanno riscosso molto successo tra il pubblico, come Bologna lovers e I’m on my period.

Due successi che raccontano intimità, che mettono e si mettono a nudo in modo delicato, sensuale e naturale. Questa la filosofia quasi epidermica di Sara Lorusso, affiancata dalla ricerca visiva e sensoriale affidata all’elemento naturale, caratteristico delle sue opere. Sara viene ritratta nella Prospettiva del Borromini, nella Galleria Spada. Un oggetto architettonico che costruisce abilmente la finzione dello spazio: allo stesso modo la fotografia ricrea luoghi e codifica nuovi significati. Significati di cui il lavoro della Lorusso è intriso, attraverso un gioco di sensazioni, equilibri, illusioni ed allusioni.

Federico Schiano di Pepe

Federico si laurea in giurisprudenza a Roma Tre e prosegue gli studi a Berkeley, alla University of California. Nel 2013 fonda, insieme al fratello Filippo, CoContest, la prima piattaforma online dedicata all’interior design e al rinnovo degli spazi. Piattaforma che, nello specifico, crea un mercato globale di libera concorrenza attraverso la proposta dei propri progetti, rivoluzionando così il mercato dell’architettura. Oltre 35 mila designers hanno aderito a Cocontest, fin da subito inserita nel programma di accelerazione di 500 startup della Silicon Valley, divenendo nel 2015 la migliore startup di sharing economy.

Oggi CoContest ha sede legale in California ed è appoggiata da notevoli investitori per più di un milione di dollari, mentre Federico è stato inserito nella classifica di Forbes tra gli under 30 più influenti nell’ambito di e-commerce e retail. In Italia, invece, è stato sospeso dall’ordine in seguito a una interrogazione parlamentare voluta da architetti e designers che si sono appellati all’Antitrust. A partire da Marzo 2017, Schiano Di Pepe è uno degli imprenditori facenti parte dello Young Entrepreneur Council (YEC). Federico Schiano Di Pepe è rappresentato mentre percorre la scala del Borromini a Palazzo Barberini. Una scala, sinuosa e coinvolgente, che rappresenta l’evoluzione e l’innovazione: un’architettura realizzata da un visionario innovatore, inizialmente criticata ed apprezzata, solo in seguito, dalle nuove generazioni.

Giacomo Mazzariol

Giacomo a soli diciannove anni realizza il suo primo libro: Mio fratello rincorre i dinosauri. Storia mia e di Giovanni, che ha un cromosoma in più. Un libro che parla in modo leggero della sindrome di Down, di come viene affrontata da un fratello che capisce solo con il tempo il valore di vedere il mondo con occhi diversi. Un video virale su Youtube, The Simple Interview, ha portato alla proposta di Einaudi per la stesura del libro. Un successo italiano e internazionale che ha reso Giacomo un giovanissimo e promettente scrittore, capace di veicolare un importante punto di vista.

Mazzariol ha partecipato al progetto Generazione Z, che lo ha fatto viaggiare in oltre 150 scuole italiane per raccogliere i racconti della nuova generazione. Ha in cantiere la trasposizione cinematografica del suo primo libro. Come membro del Collettivo Grams, gruppo di giovani sceneggiatori, è autore di Baby, nuova serie Netflix. Nell’antico contesto di Palazzo Venezia, Giacomo attraversa il Museo per giungere al Lapidarium. In un procedere oltre la storia, la figura dello scrittore si fa attuale e cerca nuovi punti di vista. Orizzonti delineati attraverso la passeggiata sui silenziosi giardini di Paolo II, uno spazio intimo, introspettivo, ideale per il momento di creazione dello scrittore. È qui che si liberano leggeri i fogli che rappresentano la scrittura, liberi come le idee.

Maria Vittoria Paolillo

Passione e tradizione per le pietre preziose: Maria Vittoria fa sua questa eredità. Dopo gli studi in gemmologia, dà vita a un brand personale: MVP. Questa scelta sancisce un distacco dal lavoro di famiglia, che contempla esclusivamente preziosi, per poter operare su materiali più accessibili e studiare forme nuove, in armonia con la sua visione creativa. Una scommessa dettata dalla passione, il coraggio di lasciare una via battuta da 180 anni di tradizione familiare, portano Maria Vittoria, dopo le prime fatiche iniziali, a un successo mondiale. Successo che la consacra, facendo comparire i suoi lavori sulle più importanti testate del settore.

Recente e rivoluzionaria è la collaborazione con Trussardi, per cui MVP ha disegnato i gioielli per le modelle durante le sfilate della Milano Fashion Week. Alla base di questo consenso, una filosofia ben precisa: la ricerca del prodotto che sia per sempre. Una chimera forse, oppure un oggetto che rappresenti le donne e le faccia sentire autentiche, a loro agio in ogni occasione, ogni giorno. Una ricerca ambiziosa fatta di linee essenziali e grintose. Maria Vittoria Paolillo viene così rappresentata a Palazzo Barberini, al cospetto della Vestale Tuccia. L’opera emana sensualità, femminilità, mistero: un’essenza forte come la donna cui MVP si rivolge. Designer ed opera sono avvolte da un velo, che si muove liberamente tra le forme della donna del passato e quella del futuro, rivelando un codice senza tempo e in continua rivoluzione.

Merk&Kremont

Federico Mercuri e Giordano Cremona iniziano a collaborare da quando, diciottenni, sperimentano e mischiano i loro generi musicali, dando vita ad uno stile groovy house che li ha portati a diventare protagonisti della scena Dance ed EDM internazionale. Dal 2014 sono stabilmente presenti nella classifica dei migliori 100 DJ del mondo stilata da DJ Mag. Esordiscono vincendo il Talent Pool della Spinnin’ Records con la traccia Underground. Da quel momento diversi successi, producendo Tundra, suonata in anteprima da Fredde Le Grande all’Ultra Music Festival, e Zunami, prodotta da Nicky Romero. Successivamente arrivano le collaborazioni con Dannic, Volt&State e Fedde Le Grand. Il loro sound diventa familiare anche in Italia grazie a Sad Story, uno dei brani più trasmessi dell’estate 2017.

La loro musica unisce pop, hip hop e drop potentissimi ricchi di groove. Merk&Kremont sono capaci di spaziare senza problemi dalle tracce da dancefloor alle canzoni pop con un gusto trasversale e fresco. Da sempre lavorano anche come producer collaborando con artisti di tutti i generi come Il Pagante e Rovazzi. Hanno preso parte ai più noti festival di musica dance, ottenendo ottimi riscontri nel mercato asiatico. Federico e Giordano sono raffigurati all’interno del Salone di Palazzo Barberini affrescato da Pietro da Cortona. Le due figure giganteggiano in questo spazio così ampio e la luce, proiettata su di loro, richiama l’atmosfera da dj set a cui sono abituati. La foto rappresenta una situazione sospesa, due giovani ragazzi forti del loro talento musicale, pronti a riempire un salone storico con i loro suoni contemporanei.

Gnomone

Gnomone, studio giovane e promettente, è fondato a Roma da Federica Andreoni, Mattia Biagi, Annachiara Bonora, Valeria Lollobattista, Marco Mondello e Valerio Socciarelli. Una realtà eterogenea con figure differenti che arricchiscono, con il loro contributo, un lavoro collettivo, capace di affrontare questioni progettuali su più livelli. Gnomone studia la relazione dell’architettura con gli spazi pubblici, fino ad arrivare al dettaglio di design. Tra i lavori dello studio: Demanio Marittimo km278 presentato nel 2017 alla Biennale dello Spazio Pubblico, Apport Plus Apport per Europan13 di Varsavia, XL Tverskaya per il progetto della città di Mosca. Recente è il premio FANOI di Potenza con il progetto dell’installazione Favilluzza per il Città Cento Scale Festival.

Punto di riferimento di Gnomone è la coerenza. Qualità costante dell’attività progettuale dello studio, che opera tra architettura degli edifici e dello spazio pubblico e del paesaggio. Strumenti differenti, visioni molteplici legate da un’unica attitudine progettuale che è rivolta a definire i nuovi spazi in maniera unitaria. Gli Architetti del Paesaggio sono raffigurati nella serra settecentesca di Palazzo Barberini, una presenza che irrompe nel contesto barocco e incornicia il percorso verde del giardino. Sei individualità in un unico spazio libero e limpido, che si rivolge all’esterno catalizzando luci e visioni. Visioni sul paesaggio, che prendono vita con le ombre floreali proiettate sugli architetti, come idee sospese e immagini di spazi futuri in un ambiente in cui la natura cresce rigogliosa secondo un progetto definito.

Robocoop

ROBOCOOP è il progetto di arte urbana di due architetti/fotografi. Formatisi entrambi al liceo classico, ROBOCOOP nasce dall’incontro presso la facoltà di Architettura alla Sapienza dei due creativi, che iniziano a muoversi nel campo artistico della street art in modo autonomo. Il duo partecipa a May.BRome, curata da NUFactory; nel 2015, partecipa ad Art-On, Festival di arte pubblica a Cascina e alla Residenza Artistica “BoCS Art” a Cosenza. Nello stesso anno viene invitato a Torino per Shit Art Fair. Recentemente realizza la prima personale, dal titolo “Innesti”, al Popping Club a Roma e successivamente sono stati ospiti del Fuorisalone della Milano Design Week.
Nel 2018, partecipano ad Unfolding Pavilion, esposizione pop-up in occasione dell’apertura della Biennale d’Architettura di Venezia.

Il collettivo si inserisce nel contesto urbano della città attraverso affissioni di carta blueback che reinterpretano pitture classiche attraverso inserimenti contemporanei.
I due architetti/fotografi mescolano varie tecniche, dalla composizione digitale alla fotografia, dal disegno alla geometria descrittiva, attraverso la poster art. Il museo è da sempre un’istituzione con cui l’arte urbana ha un rapporto conflittuale, l’ingresso dei due nella Galleria Nazionale, perciò, rappresenta un punto di unione tra arte “illegale” e istituzione storica. Il loro scatto davanti ai “Vespri Siciliani” di Hayez ci porta al momento prima del concretizzarsi della loro arte, la fase progettuale, in cui i due ricercano il modo migliore di porsi con l’opera classica ed inserirvi all’interno architettura e volumi contemporanei.

Edizione 2018

 “I nuovi artisti nei musei”

Abbiamo cercato il meglio della creatività italiana under 30, progettualità e visioni che nascono dal genio mediterraneo. La selezione dei Creativi viene effettuata dal team organizzatore, TWM Factory, insieme a realtà istituzionali o imprenditoriali, contemporanee e consolidate sul territorio, che rappresentano a loro volta delle eccellenze nel panorama dell’industria creativa e culturale italiana.

Le categorie della Prima Edizione:

  • architettura
  • architettura del paesaggio
  • arte
  • cinema
  • cucina
  • danza
  • design
  • fotografia
  • imprenditoria
  • letteratura
  • moda
  • musica
  • street art

Stefano Belingardi Clusoni

Stefano si diploma all’Accademia di Architettura di Mario Botta ottenendo il premio SIA come miglior progetto. Durante gli studi lavora a Barcellona da EMBT e a Milano da CZA. Nel 2010 lavora nello studio di Daniel Libeskind e nel 2011 ancora con EMBT in Cina. A soli 26 anni Stefano fonda lo studio BE.ST, oggi riferimento di progetti internazionali. Stefano, ancora all’università, vince il concorso indetto da Casabella Giovani architetti che grattano il cielo, progettando un grattacielo. Il primo progetto è una sfida delicata: l’ampliamento di una penthouse in un edificio storico di Berlino.

Stefano si diploma all’Accademia di Architettura di Mario Botta ottenendo il premio SIA come miglior progetto. Durante gli studi lavora a Barcellona da EMBT e a Milano da CZA. Nel 2010 lavora nello studio di Daniel Libeskind e nel 2011 ancora con EMBT in Cina. A soli 26 anni Stefano fonda lo studio BE.ST, oggi riferimento di progetti internazionali. Stefano, ancora all’università, vince il concorso indetto da Casabella Giovani architetti che grattano il cielo, progettando un grattacielo. Il primo progetto è una sfida delicata: l’ampliamento di una penthouse in un edificio storico di Berlino. Da questo momento il pubblico di BE.ST si fa internazionale. Londra, Shanghai, Berlino, Lisbona, Panama. A trent’anni Stefano gestisce e coordina un giovanissimo team in giro per il mondo.

Emiliano Melchiorre

Dopo il diploma artistico e un erasmus in Germania, Emiliano si laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti. Segue la sua passione fino al MOMA, partecipando nel 2016 al corso “Art & Activity: Interactive Strategies for Engaging with Art” e nello stesso anno diviene membro dell’International Association for Philosophers (ISFP). L’attività artistica di Melchiorre è fitta ed eterogenea, un percorso sperimentale e sensoriale inarrestabile, che riflette tematiche sensibili. Partecipa a diverse mostre fino ad essere selezionato come giovane eccellenza nell’arte contemporanea per 16/13 al Macro, vincendo il Talent Award.

Una produzione artistica che spazia liberamente: lavori di grafica, intrecci e produzioni video. Nelle opere di Emiliano ricorre una continua ricerca dell’identità e della metodologia più adatta alla comunicazione, in un’incessante sperimentazione. La presenza di Emiliano Melchiorre nella Galleria Corsini è sorprendente, un ragazzo minuto, timido, al cospetto di ritratti e capolavori. Entra in punta di piedi e si relaziona con una cornice ai quadri presenti. Un’arte nuova, giovane, tecnologica e senza regole si pone in continuità con la pittura storica e con la realtà museale. Con Emiliano i Millennials sono ufficialmente all’interno dei musei.

Angela Curri / Giuseppe Spata

Angela scopre la sua vocazione per la recitazione da bambina. Dopo aver partecipato a  Lo Zecchino d’Oro, si presenta ai primi casting per provini cinematografici. Nel 2003 il suo primo ruolo per il film Nel mio amore, poi la prima fiction, Edda, nel 2005 fino ad arrivare al successo con l’interpretazione di Bea in Braccialetti Rossi e la collaborazione con Pif nella serie La mafia uccide solo d’estate. Giuseppe nel 2012 comprende la sua vocazione e decide di studiare recitazione e completa il suo intenso percorso alla Open session presso la “Guildhall school of music and drama” di Londra. Muove i primi passi nel teatro e con uno spot televisivo per la Rai.

Segue la prima esperienza al cinema in Soldato semplice per poi approdare in televisione con Come fai sbagli e La mafia uccide solo d’estate. I due giovani attori hanno dedicato la loro vita a un unico credo: la recitazione. Una dimensione complessa e sfaccettata che non può prescindere da ogni forma di arte e conoscenza, eclettismo e cultura allo stato puro. Angela e Giuseppe sono ritratti sulla terrazza di Castel Sant’Angelo: sullo sfondo la luce dorata di Roma. Città di storia e cultura, icona cinematografica che ha attraversato il tempo, interprete di bellezza e decadenza. I due attori interpretano sé stessi e la loro arte, che celebrano danzando. Un rimando cinematografico, rivolgendo infine lo sguardo al recente premio Oscar La La Land. Un movimento, come un invito a proseguire la storia cinematografica e la storia della cultura in un movimento continuo.

Tiziano Palucci / Mirko Palucci

Tiziano e Mirko sono due fratelli che affrontano percorsi differenti: la cucina l’uno, la sala l’altro. Dopo una solida formazione, un punto di incontro: l’idea di Barred, il loro progetto culinario. Un locale di qualità, con un’offerta singolare, forte di scelte che non ammettono compromessi. Una scommessa su sé stessi che porta i due fratelli al successo.

Una cucina e un’offerta culinaria minimale, intesa come essenziale e pura. Forte della tradizione e visionaria attraverso tecniche innovative, composizioni ed abbinamenti come vere opere d’arte. La filosofia dei fratelli Palucci è ben chiara, la loro tecnica e il loro estro nei rispettivi ambiti, indiscusso. Si crea così una cucina totale, fatta di equilibri, abbinamenti e cura per ogni dettaglio. Una cura a regola d’arte, espressa nello scatto che raffigura Tiziano e Mirko all’interno della Sala Verde della Galleria Corsini. Lo spazio è dedicato alle nature morte, sullo sfondo i prodotti della terra, gli oli, i vini, le carni. L’amore per il cibo e per l’autenticità del momento conviviale celebrano Chef e Mixologist, depositari di un’arte senza tempo e per tutti: la cucina.

 

Simone Nolasco / Virginia Tomarchio

Simone già a nove anni frequenta la scuola di danza, la prima di una lunga serie: dalla Royal Accademy School of London al New York City Ballet, oltre alle numerose Masterclass. Esibizioni di spessore lo hanno portato ad esprimersi al Forest National di Bruxelles e lo Ziggodome di Amsterdam, agli MTV EMA, fino ad arrivare ai programmi televisivi. Amici, su tutti.

Virginia danza fin dall’età di dieci anni per poi proseguire il suo percorso in direzione di questa passione. La sua carriera prende letteralmente il volo con la vittoria di Amici 2015. In seguito esordisce al Teatro dell’Opera di Roma e diviene con successo la protagonista femminile del Red Bull Flying Bach, inaugurando una nuova fase artistica.

Simone e Virginia hanno un amore profondo per la danza, elemento e veicolo emotivo ed espressivo, l’essenza che trasforma il loro modo di comunicare. Una visione autentica, nella ferma convinzione che danzare non sia finzione ma atto creativo sincero.

È in quest’ottica che La Galleria Nazionale ha accolto i due ballerini, lasciandoli esprimere nelle sue stanze. Simone e Virginia hanno interpretato così lo spazio e l’arte, si sono tolti le scarpe e hanno iniziato a danzare, creando una sequenza continua di Bellezza nella Bellezza. Ritratto finale di questa danza, è l’azione connessa a Ercole e Lica del Canova: un atto vigoroso che esprime energia, attraverso un’arte che contempla l’uso totale del corpo e della mente. Un’azione delicata, in contrasto con la narrazione di forza e follia del gruppo scultoreo.

 

Sara Ricciardi

Agli studi classici di Sara sarebbero dovuti seguire quelli di Economia a Roma, invece la curiosità ha dettato il suo percorso. La scoperta della NABA è stata la scoperta dell’amore viscerale per il Design, una passione che va oltre la tecnica e la forma e sconfina nel flusso di coscienza. Flusso che ha condotto la Ricciardi a produrre non semplici collezioni di design ma vere e proprie riflessioni, ricerche semantiche. Risultato di questo lavori sono stati progetti come Peso Specifico, Quid, Natura Morta e la co-creazione de LA LATTONERIA. Esperimenti trasversali estremamente differenti, indagatori, spiazzanti nella loro semplicità autentica.

Questo il filo conduttore di un lavoro prima mentale, sensoriale, emozionale, poi tecnico. I progetti di Sara Ricciardi intercettano genialità nella loro semplicità, traggono la loro essenza dalla storia di vita della loro ideatrice, dalle contaminazioni, dai flussi continui o lampanti di idee, intrecci, interessi. Tutti accomunati dal profondo rispetto della materia e della storia di ogni scelta progettuale. È nelle stanze private di Palazzo Barberini che gli oggetti di Sara prendono posto, animando spazi antichi con delicatezza e contemporaneità, dialogando con il passato attraverso linee odierne. In queste camere, espressione di intimità e personalità, si posiziona la designer, assumendo l’incarico contemporaneo di produrre oggetti che animano la nostra intimità, le nostre case e la nostra interiorità.

Sara Lorusso

Durante gli anni del liceo scientifico riceve in regalo la prima macchina fotografica, di cui fa inizialmente un uso semplice. In seguito capirà la sua vocazione e si iscriverà alla scuola di fotografia Spazio Labò di Bologna, proseguendo poi gli studi all’Accademia di Belle Arti. Sara ama il suo corpo e quello degli altri, ne indaga le forme e le sensazioni: ognuno differente, con la sua storia da raccontare. Da qui l’importanza sensoriale nella ricerca fotografica di questa giovane artista, producendo progetti che hanno riscosso molto successo tra il pubblico, come Bologna lovers e I’m on my period.

Due successi che raccontano intimità, che mettono e si mettono a nudo in modo delicato, sensuale e naturale. Questa la filosofia quasi epidermica di Sara Lorusso, affiancata dalla ricerca visiva e sensoriale affidata all’elemento naturale, caratteristico delle sue opere. Sara viene ritratta nella Prospettiva del Borromini, nella Galleria Spada. Un oggetto architettonico che costruisce abilmente la finzione dello spazio: allo stesso modo la fotografia ricrea luoghi e codifica nuovi significati. Significati di cui il lavoro della Lorusso è intriso, attraverso un gioco di sensazioni, equilibri, illusioni ed allusioni.

Federico Schiano di Pepe

Federico si laurea in giurisprudenza a Roma Tre e prosegue gli studi a Berkeley, alla University of California. Nel 2013 fonda, insieme al fratello Filippo, CoContest, la prima piattaforma online dedicata all’interior design e al rinnovo degli spazi. Piattaforma che, nello specifico, crea un mercato globale di libera concorrenza attraverso la proposta dei propri progetti, rivoluzionando così il mercato dell’architettura. Oltre 35 mila designers hanno aderito a Cocontest, fin da subito inserita nel programma di accelerazione di 500 startup della Silicon Valley, divenendo nel 2015 la migliore startup di sharing economy.

Oggi CoContest ha sede legale in California ed è appoggiata da notevoli investitori per più di un milione di dollari, mentre Federico è stato inserito nella classifica di Forbes tra gli under 30 più influenti nell’ambito di e-commerce e retail. In Italia, invece, è stato sospeso dall’ordine in seguito a una interrogazione parlamentare voluta da architetti e designers che si sono appellati all’Antitrust. A partire da Marzo 2017, Schiano Di Pepe è uno degli imprenditori facenti parte dello Young Entrepreneur Council (YEC). Federico Schiano Di Pepe è rappresentato mentre percorre la scala del Borromini a Palazzo Barberini. Una scala, sinuosa e coinvolgente, che rappresenta l’evoluzione e l’innovazione: un’architettura realizzata da un visionario innovatore, inizialmente criticata ed apprezzata, solo in seguito, dalle nuove generazioni.

Giacomo Mazzariol

Giacomo a soli diciannove anni realizza il suo primo libro: Mio fratello rincorre i dinosauri. Storia mia e di Giovanni, che ha un cromosoma in più. Un libro che parla in modo leggero della sindrome di Down, di come viene affrontata da un fratello che capisce solo con il tempo il valore di vedere il mondo con occhi diversi. Un video virale su Youtube, The Simple Interview, ha portato alla proposta di Einaudi per la stesura del libro. Un successo italiano e internazionale che ha reso Giacomo un giovanissimo e promettente scrittore, capace di veicolare un importante punto di vista.

Mazzariol ha partecipato al progetto Generazione Z, che lo ha fatto viaggiare in oltre 150 scuole italiane per raccogliere i racconti della nuova generazione. Ha in cantiere la trasposizione cinematografica del suo primo libro. Come membro del Collettivo Grams, gruppo di giovani sceneggiatori, è autore di Baby, nuova serie Netflix. Nell’antico contesto di Palazzo Venezia, Giacomo attraversa il Museo per giungere al Lapidarium. In un procedere oltre la storia, la figura dello scrittore si fa attuale e cerca nuovi punti di vista. Orizzonti delineati attraverso la passeggiata sui silenziosi giardini di Paolo II, uno spazio intimo, introspettivo, ideale per il momento di creazione dello scrittore. È qui che si liberano leggeri i fogli che rappresentano la scrittura, liberi come le idee.

Maria Vittoria Paolillo

Passione e tradizione per le pietre preziose: Maria Vittoria fa sua questa eredità. Dopo gli studi in gemmologia, dà vita a un brand personale: MVP. Questa scelta sancisce un distacco dal lavoro di famiglia, che contempla esclusivamente preziosi, per poter operare su materiali più accessibili e studiare forme nuove, in armonia con la sua visione creativa. Una scommessa dettata dalla passione, il coraggio di lasciare una via battuta da 180 anni di tradizione familiare, portano Maria Vittoria, dopo le prime fatiche iniziali, a un successo mondiale. Successo che la consacra, facendo comparire i suoi lavori sulle più importanti testate del settore.

Recente e rivoluzionaria è la collaborazione con Trussardi, per cui MVP ha disegnato i gioielli per le modelle durante le sfilate della Milano Fashion Week. Alla base di questo consenso, una filosofia ben precisa: la ricerca del prodotto che sia per sempre. Una chimera forse, oppure un oggetto che rappresenti le donne e le faccia sentire autentiche, a loro agio in ogni occasione, ogni giorno. Una ricerca ambiziosa fatta di linee essenziali e grintose. Maria Vittoria Paolillo viene così rappresentata a Palazzo Barberini, al cospetto della Vestale Tuccia. L’opera emana sensualità, femminilità, mistero: un’essenza forte come la donna cui MVP si rivolge. Designer ed opera sono avvolte da un velo, che si muove liberamente tra le forme della donna del passato e quella del futuro, rivelando un codice senza tempo e in continua rivoluzione.

Merk&Kremont

Federico Mercuri e Giordano Cremona iniziano a collaborare da quando, diciottenni, sperimentano e mischiano i loro generi musicali, dando vita ad uno stile groovy house che li ha portati a diventare protagonisti della scena Dance ed EDM internazionale. Dal 2014 sono stabilmente presenti nella classifica dei migliori 100 DJ del mondo stilata da DJ Mag. Esordiscono vincendo il Talent Pool della Spinnin’ Records con la traccia Underground. Da quel momento diversi successi, producendo Tundra, suonata in anteprima da Fredde Le Grande all’Ultra Music Festival, e Zunami, prodotta da Nicky Romero. Successivamente arrivano le collaborazioni con Dannic, Volt&State e Fedde Le Grand. Il loro sound diventa familiare anche in Italia grazie a Sad Story, uno dei brani più trasmessi dell’estate 2017.

La loro musica unisce pop, hip hop e drop potentissimi ricchi di groove. Merk&Kremont sono capaci di spaziare senza problemi dalle tracce da dancefloor alle canzoni pop con un gusto trasversale e fresco. Da sempre lavorano anche come producer collaborando con artisti di tutti i generi come Il Pagante e Rovazzi. Hanno preso parte ai più noti festival di musica dance, ottenendo ottimi riscontri nel mercato asiatico. Federico e Giordano sono raffigurati all’interno del Salone di Palazzo Barberini affrescato da Pietro da Cortona. Le due figure giganteggiano in questo spazio così ampio e la luce, proiettata su di loro, richiama l’atmosfera da dj set a cui sono abituati. La foto rappresenta una situazione sospesa, due giovani ragazzi forti del loro talento musicale, pronti a riempire un salone storico con i loro suoni contemporanei.

Gnomone

Gnomone, studio giovane e promettente, è fondato a Roma da Federica Andreoni, Mattia Biagi, Annachiara Bonora, Valeria Lollobattista, Marco Mondello e Valerio Socciarelli. Una realtà eterogenea con figure differenti che arricchiscono, con il loro contributo, un lavoro collettivo, capace di affrontare questioni progettuali su più livelli. Gnomone studia la relazione dell’architettura con gli spazi pubblici, fino ad arrivare al dettaglio di design. Tra i lavori dello studio: Demanio Marittimo km278 presentato nel 2017 alla Biennale dello Spazio Pubblico, Apport Plus Apport per Europan13 di Varsavia, XL Tverskaya per il progetto della città di Mosca. Recente è il premio FANOI di Potenza con il progetto dell’installazione Favilluzza per il Città Cento Scale Festival.

Punto di riferimento di Gnomone è la coerenza. Qualità costante dell’attività progettuale dello studio, che opera tra architettura degli edifici e dello spazio pubblico e del paesaggio. Strumenti differenti, visioni molteplici legate da un’unica attitudine progettuale che è rivolta a definire i nuovi spazi in maniera unitaria. Gli Architetti del Paesaggio sono raffigurati nella serra settecentesca di Palazzo Barberini, una presenza che irrompe nel contesto barocco e incornicia il percorso verde del giardino. Sei individualità in un unico spazio libero e limpido, che si rivolge all’esterno catalizzando luci e visioni. Visioni sul paesaggio, che prendono vita con le ombre floreali proiettate sugli architetti, come idee sospese e immagini di spazi futuri in un ambiente in cui la natura cresce rigogliosa secondo un progetto definito.

Robocoop

ROBOCOOP è il progetto di arte urbana di due architetti/fotografi. Formatisi entrambi al liceo classico, ROBOCOOP nasce dall’incontro presso la facoltà di Architettura alla Sapienza dei due creativi, che iniziano a muoversi nel campo artistico della street art in modo autonomo. Il duo partecipa a May.BRome, curata da NUFactory; nel 2015, partecipa ad Art-On, Festival di arte pubblica a Cascina e alla Residenza Artistica “BoCS Art” a Cosenza. Nello stesso anno viene invitato a Torino per Shit Art Fair. Recentemente realizza la prima personale, dal titolo “Innesti”, al Popping Club a Roma e successivamente sono stati ospiti del Fuorisalone della Milano Design Week.
Nel 2018, partecipano ad Unfolding Pavilion, esposizione pop-up in occasione dell’apertura della Biennale d’Architettura di Venezia.

Il collettivo si inserisce nel contesto urbano della città attraverso affissioni di carta blueback che reinterpretano pitture classiche attraverso inserimenti contemporanei.
I due architetti/fotografi mescolano varie tecniche, dalla composizione digitale alla fotografia, dal disegno alla geometria descrittiva, attraverso la poster art. Il museo è da sempre un’istituzione con cui l’arte urbana ha un rapporto conflittuale, l’ingresso dei due nella Galleria Nazionale, perciò, rappresenta un punto di unione tra arte “illegale” e istituzione storica. Il loro scatto davanti ai “Vespri Siciliani” di Hayez ci porta al momento prima del concretizzarsi della loro arte, la fase progettuale, in cui i due ricercano il modo migliore di porsi con l’opera classica ed inserirvi all’interno architettura e volumi contemporanei.